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G.R.O.W. parte 1

L’impianto metodologico del Coaching

Il modello GROW di John Whitmore è il punto di riferimento nell’ambito del Coaching. Questo modello rappresenta difatti l’impianto metodologico del coaching e permette di valorizzare il potenziale personale secondo un percorso strutturato e semplice da applicare.

G.R.O.W., che in inglese significa “crescita”, è un acronimo e sta ad indicare, rispettivamente:

G. Goals (Obiettivi)
R. Reality (Realtà)
O. Options (Opzioni)
W. Will (Volontà, cioè il Piano d’Azione)

 

Prima di vedere più in dettaglio ognuna di queste 4 fasi del modello, voglio parlarti di com’è nato e si è sviluppato.

Il modello GROW nasce dalle intuizioni di John Whitmore e dalla sua collaborazione con Timothy Gallwey, creatore dell’Inner Game, il Gioco Interiore e da tutti definito il papà del Coaching moderno.

 

JOHN WHITMORE

 

 

 

TIMOTHY GALLWEY

 

 

L’intenzione dei suoi fondatori era quella di verificare se ciò che facevano a livello professionale avesse, alla sua base, un “modello efficace”. E attraverso prove, errori e contributi di osservatori esterni ed esperti di PNL, arrivarono alla stesura di un “modello sistemico”, il GROW appunto.

Come scuola di formazione abbiamo questo obiettivo: ” far avvicinare le persone al fantastico mondo del coaching in modo graduale ma avendo fin da subito la possibilità di utilizzare su se stessi gli strumenti principali e quindi poter iniziare un miglioramento della propria vita personale e professionale.

 

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Il modello GROW si fonda su una sequenza di domande utili per individuare gli obiettivi da raggiungere e gli ostacoli da superare.

DOMANDE UTILI
OBIETTIVI
OSTACOLI

In pratica, permette un approccio integrato che aiuta a disegnare il percorso verso gli obiettivi, attraverso la definizione della situazione desiderata e del gap da colmare rispetto alla situazione attuale, l’individuazione di nuove soluzioni, ovvero le opzioni alternative, all’interno delle quali trovare quella più funzionale all’obiettivo da raggiungere e in linea con il futuro desiderato.

Vediamo ora ogni singola fase del GROW, così da iniziare a prendere confidenza e comprendere in che modo usarlo.

Ecco a te di nuovo il modello nella sua interezza così da poterlo seguire meglio.

G. Goals (Obiettivi)
R. Reality (Realtà)
O. Options (Opzioni)
W. Will (Piano d’Azione)

Partiamo dalla prima fase, quella degli obiettivi.

 

FASE 1 – OBIETTIVI

Ti faccio subito notare che, contrariamente a ciò che solitamente si fa davanti ad una certa situazione, anziché partire dall’analisi della situazione reale e attuale, questo modello parte da ciò che vogliamo realizzare.

Può sembrare strano oppure banale, ma questo approccio è fondamentale per pensare al di fuori del problema, e questo è un bene perché solitamente la situazione attuale è una situazione problematica.

E se partissimo da qui, la tentazione di risultare negativi e formulare obiettivi in negativo sarebbe fortissima. Condizionati dalla performance precedente saremmo anche meno creativi.

Invece, definire prima gli obiettivi e stabilire dopo, realisticamente, i passi da seguire, consente una maggiore creatività e produce una più forte motivazione interiore.

Ti sarà sicuramente capitato di definire obiettivi così, tipo: “Non voglio più perdere la concentrazione” oppure “Non voglio più avere paura”, o “Non voglio più essere grasso”, ecc.

Un obiettivo deve avere delle caratteristiche ben precise quando lo definisci se vuoi aumentare le tue possibilità di trasformarlo in un risultato concreto.

Deve rispondere a requisiti specifici come quelli degli Obiettivi Ben Formati della PNL.

Infatti, oltre ad essere S.M.A.R.T. e quindi Specifico, Misurabile, Ambizioso, Realistico e Tempificato, va espresso in positivo e deve essere “ecologico”.

OBIETTIVI S.M.A.R.T.

S. Specifico
M. Misurabile
Ambizioso
R. Realisitico
T. Tempificato

In base agli OBIETTIVI BEN FORMATI della PNL, un obiettivo va espresso in positivo, perché il nostro cervello, ragionando per immagini, non tiene in debito conto del “non”.

In più, “ecologico”, vuol dire che le condizioni positive precedenti al raggiungimento dell’obiettivo devono essere mantenute dalla persona oppure migliorate.

2 caratteristiche OBIETTIVI BEN FORMATI: IN POSITIVO e ECOLOGICO

Riprendendo l’esempio precedente, il “Non voglio più essere grasso” non è un obiettivo ben formulato.
Cosa cambia quando diventa, ad esempio, “Voglio pesare x chili entro questa certa data”?
Un altro mondo, vero?

E per completare il modello con le altre sue 3 fasi, CLICCA QUI E ACCEDI ALLA SECONDA PARTE 

 

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